Percorsi sonori di un teatro immaginario. Da Noms des airs a Lohengrin II di Salvatore Sciarrino (Sonorous ways of an imaginary theatre. From Noms des airs to Lohengrin II by Salvatore Sciarrino)

Vidolin, Alvise

2005

Il suono trasparente. Analisi di opere con live electronics (Transparent sound. Analyses of live electronic works). Rivista di Analisi e Teoria Musicale 11(2).

Language: Italian

In this article the author describes the electronic aspects of Noms des airs, una discesa nel suono d'Orfeo (1994) and Lohengrin II – Disegni per un giardino sonoro (2004) by Salvatore Sciarrino. They both are examples of the “imaginary theatre” by Sciarrino, that is they are conceived for environments that are not like those for the performance of traditional musical theatre, these are environments where the listener can choose his/her own personal listening trajectory and physical movement in space. The musical material of Noms des airs is taken from the work La favola di Orfeo (1932) by Alfredo Casella. It took place in the historic cellar Cantine del Redi (XV century) in Montepulciano, and it is the result of the sound fragmentation and alteration of the original composition. The listener does not recognise the original material, but is guided instead by a metaphoric sonorous descent into hell. Lohengrin was set in the garden of Villa Ruffolo (Ravello). Utilising a live electronic system, whose loudspeakers were settled in different points of the garden, this was was a strategic decision for providing continuity and homogeneity to the invisible action. A parallel action is noteworthy: the two works were broadcast live and personally realised by the composer, who in that way suggested one possible listening trajectory.

L’autore descrive la realizzazione elettronica di due composizioni di Salvatore Sciarrino: Noms des airs, una discesa nel suono d'Orfeo (1994) e Lohengrin II – Disegni per un giardino sonoro (2004). Si tratta di due esempi significativi di “teatro immaginario”, concepiti per esecuzioni al di fuori degli spazi dell’opera lirica tradizionale, in cui l’ascoltatore ha ampia libertà di movimento e di scelta dell’ascolto. Noms des airs nasce dalla ripresa sonora e dalla manipolazione elettronica dell’opera lirica di Alfredo Casella La favola di Orfeo del 1932. Diffusa all’interno di un percorso costruito nelle cantine quattrocentesche del Redi, l’opera è il risultato della frammentazione, alterazione timbrica e trasformazione del “suono” della composizione originale. Il pubblico non riconosce l’opera originaria, ma viene guidato verso una metaforica discesa sonora agli inferi. In Lohengrin II, eseguito nel giardino di Villa Ruffolo a Ravello, il ruolo del live electronics è ancora più strategico poiché ad esso è affidato il compito di dare continuità all’azione invisibile, frammentata e dislocata in vari e distanti punti del giardino, mantenendo intatto il senso teatrale dell’opera.
Di particolare interesse la versione radiofonica di questi due lavori che, realizzata dallo stesso Sciarrino, è stata trasmessa in diretta, così da trasmettere all’ascoltatore una particolare immagine sonora del percorso intrapreso dal pubblico durante la performance dal vivo.